La quinta giornata di IsReal, Festival di cinema del reale, in corso all’Auditorium Lilliu di Nuoro (dal 7 al 12 maggio) sotto l’egida dell’Isre, inizia sabato 11 maggio nel segno della Sardegna.
Alle ore 11 appuntamento con Sa femmina accabadora, di Fabrizio Galatea. Attraverso alcuni paesaggi solari della Sardegna (da Nuoro a Santa Teresa di Gallura, da Fonni a Oschiri, passando per Bassacutena e Cagliari), il regista torinese riavvolge le lancette dell’orologio per raccontare le dame della buona morte, il loro rapporto con la religione e come si svolgeva il rito.
Alle ore 12 Il sottosopra, di Giuseppe Casu e Gianluca Stazi. Miglior documentario prodotto per la radio al Prix Italia e Prix Europa nel 2018, Il sottosopra conduce l’ascoltatore nelle profondità di una storia che scava dentro il cuore minerario della Sardegna, portando in primo piano la dimensione sonora dell’oscurità. Dove l’immagine negata si fa cinema.
Nel pomeriggio, si ricomincia alle ore 16. Le geografie umane di Claire Simon si posizionano su Le concours, pellicola del 2016 dove la regista francese, attraverso il racconto del processo di selezione, del duro lavoro tutto l’anno e degli esami di diploma, delinea un ritratto del nostro rapporto con l’eccellenza nell’arte.
Alle ore 18, un film in concorso: La strada per le montagne, di Micol Roubini (Francia, Italia, 2019, 83’). “Il film” spiega la Roubini “è la ricerca della casa appartenuta a mio nonno e ritratta in una fotografia risalente al 1919. Al centro di un remoto villaggio dell’Ucraina occidentale, una vasta area misteriosamente inaccessibile: guardie armate perlustrano il territorio giorno e notte. Senza alcuna ragione apparente”.
Alle ore 19,00 presentazione del libro L’Invenzione del reale, di Dario Zonta, alla presenza dell’autore, di Giovanni Columbu e di Roberto Minervini.
Alle ore 21, infine, la proiezione di un film molto atteso: What You Gonna Do When the World’s on Fire? di Roberto Minervini. Accolto dalla soffice morsa di un pubblico attento e numerosissimo, che lo fa sentire subito a casa senza soffocarlo, ‘sono commosso di essere qui’ dice Minervini, ‘qui in Sardegna, dove ho imparato a imparare’. ‘Mia mia mamma è sarda, è di Fonni, quando andrò via da qui mi aspettano a casa. Mio nonno era un cacciatore, lo chiamavano Piccolo Mario, con lui ho conosciuto i territori della Barbagia e le montagne dell’interno, con lui ho visto il primo muflone. Il mare non c’era, quando da piccolo correvo lungo le vie del paese. Ho trascorso a Fonni alcune tra le più belle estati della mia infanzia. Non avrei mai pensato di tornare a raccontare i miei lavori qui, in questi posti dove sono venuto a imparare, in questa terra che mi ha insegnato molto più di quello che ho potuto darle. Qui ho imparato a osservare. Qui ho imparato che da ciascuno si può avere qualcosa. Il mio cinema è questo: un cinema di relazione basato sull’intimità che si viene a creare quando si sta insieme, e si cresce insieme, vivendo’.