Esordio sotto la pioggia. La prima giornata della terza edizione di IsReal, Festival di Cinema del Reale “Sguardi sul Mediterraneo” – dal 2 al 6 maggio all’Auditorium G. Lilliu di Nuoro – si apre in una giornata di primavera che sa d’inverno. Nella sala gremita arrivano i saluti di prammatica del presidente dell’ISRE, Giuseppe Matteo Pirisi, che sottolinea come “le numerose novità di questa edizione nascano per consolidare di una manifestazione che sta rapidamente conquistando una posizione di sempre maggior rilievo all’interno del panorama nazionale e internazionale”. Il direttore artistico della manifestazione Alessandro Stellino sottolinea invece come “con la terza edizione di IsReal – Festival di Cinema del Reale “Sguardi sul Mediterraneo” si raggiunge un piccolo ma importante traguardo. La presenza a Nuoro durante i giorni della manifestazione di due tra i più importanti cineasti contemporanei, Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, che porta a compimento un percorso volto a consegnare l’importante eredità del SIEFF verso nuovi traguardi”.
Poi spazio alla cinepresa. Sul palco sale il regista Giovanni Columbu, che presenta la nuova sigla del Festival, da lui realizzata: “Nasce dalla rievocazione della figura mitica del toro, presnete anche nella simbologia nuragica” spiega Columbu “rivista attraverso alcuni dipinti animati in una danza di linee e simboli”. Poi spazio al film d’apertura, che rappresenta bene lo spirito del festival: giovane, internazionale e aperto a nuovi linguaggi. Ceres di Janet van den Brand, regista olandese classe 1989, è un documentario poetico che segue le giornate quotidiane di un gruppo di bambini, figli di agricoltori nella campagna del sud-ovest dei Paesi Bassi. Al centro dell’opera c’è il percorso di ciascuno per trovare un giusto rapporto con la natura e gli animali (tra cui alcuni maialini) – che i piccoli si trovano ad accudire – in un precario equilibrio tra affetto e distacco, tra desiderio di seguire le strade dei padri e voglia di intraprendere un’altra vita possibile, tra momenti d’introspezione e afflati epifanici d’immersione nella natura. Un’opera di straordinario impatto visivo, presentata alla Berlinale e in anteprima italiana a Nuoro, che tocca un tema vicino alla quotidianità sarda e alla sua tradizione.
A fine serata il dibattito con l’autrice, poi a notte inoltrata i saluti.
Il Festival continua.