Il Museo del Costume, aperto permanentemente dal 1976 con il nome di Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde, è il maggiore museo etnografico della Sardegna ed è incluso nelle più importanti guide turistiche nazionali e internazionali ed è presente in tutti gli itinerari culturali riguardanti Nuoro e la Barbagia. Il Museo del Costume viene riaperto al pubblico il 19 dicembre 2016 dopo una profonda revisione tematica, peraltro necessaria anche di fronte ai nuovi orientamenti della museologia e della museografia demo antropologiche, e ad attenti lavori di ampliamento, riqualificazione strutturale ed espositiva.
La nuova struttura offre una rappresentazione generale della vita tradizionale dell’isola, dal lavoro alla festa, attraverso la testimonianza dei modi dell’abitare e del vestire, dell’alimentazione, della religiosità e dell’immaginario popolare. Una straordinaria esperienza culturale proposta attraverso gradevoli ambientazioni e la visione degli oltre 5.000 oggetti esposti.
La visita si articola attraverso nove sale tematiche e prende avvio con la prima sala che costituisce una introduzione alla Sardegna con la time line degli avvenimenti che hanno segnato la Sardegna dalla preistoria al 1950, comparata con gli avvenimenti di interesse mondiale. Nella stessa sala un video-wall mostra filmati e immagini dedicati alle diverse forme del paesaggio rurale, costiero e montano dell’isola. La seconda sala affronta i temi della nascita dell’etnografia e del collezionismo in in Sardegna.
Le tre sale successive riguardano, le principali attività produttive della Sardegna tradizionale attraverso grandi vetrine / diorami con ricostruzione di scene simboliche attraverso l’utilizzo di manichini a grandezza naturale e strumenti del lavoro. Una apposita vetrina racconta le attività domestiche legate alla molitura, e alla produzione dei pani mentre un’intera sala è dedicata alla esposizione di pani tradizionali (350) provenienti in buona parte dalla collezione della Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari dell’Università di Cagliari, dalle ricerche compiute dall’ISRE e dalle donazioni di privati.
Si passa per un ampio spazio dedicato alla tessitura per arrivare alla settima sala nella quale, in apposite vetrine e cassettiere, sono esposti strumenti, materiali e oggetti della tessitura tradizionale di varia tipologia, datazione e provenienza. Il piano superiore è dedicato alla straordinaria raccolta di costumi, abiti tradizonali sardi esposti su manichini maschili e femminili e disposti in una grande vetrina a formare un corteo processionale (54 abiti). La ricostruzione di una cumbessia e la vetrina dedicata alla Grande Festa Campestre in omaggio all’opera del grande pittore Giuseppe Biasi, introducono agli spazi e agli ambienti circostanti i santuari campestri.
Al termine del percorso, giungendo idealmente alla cappella di un santuario, un ambiente vetrina espone oltre 450 tra gioielli e amuleti disposti a contorno di immagini sacre, arredi e oggetti liturgici in una suggestiva ricostruzione che offre testimonianza della straordinaria devozione dei fedeli che accorrevano numerosi nei santuari campestri del centro Sardegna. Il nuovo museo dispone inoltre di un nuovo atrio e di uno spazio di accoglienza del pubblico, con bookshop e relativi servizi, una sala per servizi accessori e manifestazioni destinate un pubblico di 50/ 70 persone e di sale per esposizioni temporanee.
ORARI DI APERTURA
Dal 16 marzo al 30 settembre:
10.00 - 13.00 / 15 - 20.00 - chiuso il lunedì
Dal 1 ottobre al 15 marzo:
10.00 - 13.00 / 15 - 19.00 - chiuso il lunedì
Il Museo sarà regolarmente aperto in occasione di Natale, Capodanno, Pasqua, Lunedì dell’Angelo e per le feste del 25 aprile e del 1 maggio, Ferragosto e per Sa Die de sa Sardigna.