“Abbiamo bisogno di profeti, di artisti che riescano a prevedere il futuro. Bob Dylan è un profeta.
Di che arte ha bisogno il nostro tempo? Di quale tipo di cinema? Io – seppure legga la realtà con uno sguardo amaro e con un pessimismo sempre più accentuato – so da cosa si deve ripartire. Da registi che mi raccontino chi bisogna odiare. Che mi dicano che il populismo è una truffa.
Che la politica non c’è più, perché c’è solo un partito, un modello unico, una sola idea di società: e stanno tutti a destra. Deve venir fuori un altro discorso: il compito dell’arte è questo. Strappare pezzi di territorio al nemico”.
Intervenuto alla tavola rotonda sul Futuro del cinema, organizzata da IsReal – Festival di cinema del reale – Sguardi sul Mediterraneo – in corso a Nuoro dal 2 al 6 maggio, Goffredo Fofi, giornalista e critico cinematografico tra i più importanti in Italia spiega la sua idea di cinema, di società e di mondo.
“Oggi esistono tre tipi di cinema” continua Fofi: “Il realismo poetico; il realismo assoluto, che definirei rosselliniano – che prevede il pedinamento del personaggio; e il cinema di genere, ben rappresentato dai fratelli D’Innocenzo. Resiste, altrove, un certo cinema visionario come quello di Giovanni Columbu. Poco. Oggi fare un film è facile, ma bisogna avere qualcosa di importante da dire. Non tutti possono farlo. Se non c’è l’arte, almeno che si veda la realtà”.