Con la terza edizione di IsReal – Festival di Cinema del Reale Sguardi sul Mediterraneo si raggiunge un piccolo ma importante traguardo. La presenza a Nuoro durante i giorni della manifestazione di due tra i più importanti cineasti contemporanei, Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, non solo testimonia della rilevanza che IsReal sta acquistando a livello nazionale e internazionale, ma porta a compimento un percorso volto a consegnare l’importante eredità del SIEFF verso nuovi traguardi. I lavori dei due autori, realizzati nell’alveo del SEL (Sensory Ethnography Lab) di Harvard, rappresentano infatti l’ideale anello di congiunzione tra l’indagine in ambito etnografico svolta nei vent’anni del precedente festival e la perlustrazione delle forme di rappresentazione del reale propria del nuovo. Nel nome di una continuità che ha nella figura di David MacDougall, con la sua idea di antropologia visuale aperta e profondamente umanista, un riferimento assoluto, e in quella di Castaing-Taylor, curatore del fondamentale volume Cinema Transculturale, un ulteriore, imprescindibile tramite.
Il workshop di antropologia visuale che avrà luogo nei giorni del festival permetterà a una trentina di studenti provenienti da tutta Italia di approfondire le pratiche radicali di due registi che con la propria opera sfidano senza tregua i limiti del rappresentabile. Non si dà cinema senza messa in discussione del linguaggio che lo costituisce, e ad ogni nuovo film Castaing-Taylor e Paravel ribadiscono la necessità di interrogare il mezzo cinematografico di pari passo all’interrogazione del mondo. A cominciare dall’imprescindibile Leviathan (2012), girato a bordo di un peschereccio al largo di Boston e in grado di gettare lo spettatore nei vortici di un viaggio sconvolgente per intensità visiva e immersione percettiva. Per arrivare a Caniba (2017), faccia a faccia con Issei Sagawa, accusato nel 1981 di aver ucciso una compagna di studi della Sorbone e averne poi divorato parti del cadavere. Un film capace di gettare nuova, inquietante luce sui meandri più oscuri della dimensione umana.
Parallelamente, il festival si trasforma in laboratorio creativo, aprendo le proprie porte agli studenti delle scuole di cinema documentario su territorio nazionale, e dando vita a una due giorni di incontri per addetti ai lavori, intesi come punto di partenza per una condivisione progettuale capace di mettere in relazione IsReal con altri festival dalla natura affine e richiamare su territorio sardo operatori di primo piano sul fronte della produzione documentaria. L’intento è quello di rendere Nuoro crocevia, oltre che di sguardi, anche di idee, pratiche e proposte.
Ci sarà comunque il cinema, al centro di una programmazione ancora più ricca e variegata di quella che ha caratterizzato la seconda edizione del festival solo sette mesi fa. Un cinema che trova nelle nove opere in Competizione Internazionale una varietà di forme e voci in grado di restituire l’estrema plasmabilità di una forma che nel confronto costante con la mutevolezza del reale si fa arte viva del tempo presente.
Cinque di queste opere sono firmate da donne, a cominciare da quella che apre la manifestazione, e ci piace pensare che non si tratti di un caso: in un momento storico in cui la questione femminile è (ri)emersa in tutta la sua rabbiosa problematicità sul fronte cinematografico, è importante sottolineare una volta di più la necessità che il racconto della nostra epoca passi da una polifonia di voci all’insegna dell’inclusione, perché l’univocità della sua rappresentazione non la trasformi in una prigione priva di finestre.
Alessandro Stellino
direttore artistico di IsReal
During the preparation of the third edition of IsReal – Festival del Cinema del Reale, we have reached a modest but important goal. The presence in Nuoro of two of the most important contemporary filmmakers – Lucien Castaing-Taylor and Véréna Paravel – during this event, not only proves the importance that IsReal is acquiring both on a national and International level, but bring to completion a path aimed at honoring the important legacy of the SIEFF and leading it towards the new goals. Their films, produced at Harvard’s SEL (Sensory Ethnography Lab), represent the ideal link between the ethnographic research carried out throughout the twenty years of the previous festival and the exploration of new forms of representation of the “real” in the new festival edition. All of this, in the name of a continuity that finds in David MacDougall, with his idea of an open and deeply humanistic visual anthropology, a crucial reference, and in Castaing-Taylor, also editor of the fundamental book Transcultural Cinema, a further and essential vehicle.
During the visual anthropology workshop that will take place alongside the festival, about thirty students from all over Italy will be able to study the radical work of two filmmakers who constantly push the limits of the “representable”. There is no cinema without the act of questioning its own language, and with every new film Castaing-Taylor and Paravel reaffirm that the very same act of questioning of the cinematographic medium is as important as the questioning of the world itself. We witness this process in their essential work Leviathan (2012), filmed aboard a fishing boat off the coast of Boston. This film is able to throw the viewer into the vortex of a whirling journey, which shocks for its visual intensity and perceptual immersion. We see the same process in Caniba (2017), a film which confronts us with Issei Sagawa, a man accused of killing his Sorbonne classmate and devouring parts of her corpse: a film capable of throwing a new, disturbing light on the darkest meanders of the human dimension.
At the same time, the festival turns into a creative workshop, opening its doors to students coming from documentary film schools from all over the national territory, and creating a two-day event, with meetings addressed to professionals. These meetings aim to be a starting point for a project to connect IsReal with other festivals of a similar nature, and to bring key professionals of the documentary film world to the Sardinian territory. Our purpose is to make Nuoro a crossroads of ideas, practices and proposals.
Cinema will be at the heart of an even richer and more varied program compared to the second edition of the festival, which took place just seven months ago. An idea of cinema that finds in the nine films selected for the International Competition a variety of forms and voices able to represent the extreme malleability of a genre which, in constant dialogue with the mutability of reality, becomes living art in the present tense.
Five of these films are made by women, starting with the one that opens the event. We like to think that this is no coincidence: in a historical moment when the question about women’s Rights and presence has angrily (re) emerged in all its seriousness in the film world, it is important to stress once again the need to tell our age through a polyphony of voices in the name of inclusion. Because the uniqueness of its representation would turn it into a prison with no windows.
Alessandro Stellino
direttore artistico di IsReal