La passione per il reale

La quarta giornata di IsReal – Festival del cinema del reale, propone un programma ricco di eventi e molto variegato. Si comincia alle ore 11, con una nuova opera di Claire Simon, la regista francese che racconta in modo poetico il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ Premièrs solitudes, girato in una scuola nella periferia di Parigi. Mentre parlano insieme delle loro origini, dei genitori, dei primi amori, dei desideri e delle paure per il futuro, dieci adolescenti ordinari stringono legami sempre più stretti. E capiscono di non essere soli.

Alle ore 16,00, Sangre, di Adrien Pescayré. Alle pendici del vulcano Popocateptl, nel cuore dello Stato di Puebla, in Messico, territorio caro alla cultura Azteca, è ancora possibile incontrare sacerdoti dediti a rituali di invocazione degli spiriti della rivolta, chiamati a diffondere la loro onda purificatrice sulla terra. Tra di essi, sentiamo pronunciare il nome di Emiliano Zapata, personaggio leggendario, icona della cultura contadina del Messico. Sangre, sinfonia visiva immersa nel buio delle grotte e della notte della campagna messicana, si infuoca di colori e densità che ci restituiscono sotto forma di materia cromatica l’essenza di tradizioni millenarie che rivivono ogni giorno nei riti eterni degli ultimi sacerdoti che ancora rivolgono al vulcano le loro invocazioni. A seguire, De los nombres de las cabras, di Miguel G. Morales e Silvia Navarro. 

Alle ore 18,00, appuntamento con Louisiana, di Roberto Minervini.
Qui il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ZklTNTQoaEg.
“I film di Minervini” scrive Goffredo Fofi “propongono esempi di vera vita americana nel bene e nel male, quella che Hollywood non narra più da tempo, la grande “fabbrica di salsicce” di cui parlava Erich von Stroheim che ci perse le penne, oggi frigidamente ipertecnologica e iperbancaria, e fornitrice di salsicce geneticamente modificate perfette per zombie e robot, per postumani. Louisiana fa pensare nella prima parte a Furore, nella seconda a Nashville. Ma è diverso da entrambi perché è diverso il mondo di oggi, gli Stati Uniti di oggi, non siamo negli anni trenta e neanche alla metà dei settanta. Siamo, appunto, nel mondo di oggi e tra i suoi perdenti, nel cuore stesso del sistema di potere, economico e ideologico, di cui anche noi siamo succubi”.

Alle ore 19,00, presentazione del volume “La passione del reale”, di Daniela Dottorini, con Antoco Floris e Felice Tiragallo. Un libro che non vuole fornire una precisa definizione dell’abusata etichetta di “cinema del reale”, bensì proporre un’ esplorazione dei vari possibili significati di questa locuzione smarginando di gran lunga dal tradizionale perimetro del documentario novecentesco.

Alle 21 un nuovo film in concorso, Carelia, internacional con monumento, di Andrés Duque. La Carelia è una regione situata al confine tra Russia e Finlandia cui è associato il tragico ricordo di uno dei massacri più feroci della storia, quello perpetrato nel 1570 dalle orde russe di Ivan il terribile, durante il quale si stima che siano state uccise tra 700.000 e 1,5 milioni di persone.

Alle 22,30, appuntamento con la retrospettiva di Camilo Restrepo – Segni di guerra. Si proiettano Cilaos, del 2016, e La Bouche, del 2017.  Nel primo film una donna va alla ricerca di suo padre, che non ha mai conosciuto di persona: un donnaiolo, soprannominato “La Bouche”. Nel corso del proprio viaggio scopre però che l’uomo è già scomparso prima che lei riesca a vederlo per la prima volta. La Bouche costituisce invece il secondo capitolo del dittico musicale inaugurato con Cilaos. Dopo aver scoperto il brutale assassinio della figlia da parte di suo marito, noto come “La Bouche”, un uomo rimane in sospeso tra l’elaborazione solitaria del lutto e il desiderio di vendetta.