Per evitare la prigione, il marchese Robert de Wavrin (1888-1971) raggiunse il Sud America nel 1913, abbandonò il castello di Ronsele per la giungla e si divertì ad andare in posti dove nessuno era mai stato. Fotografo e regista, diventò pioniere del cinema etnografico. Gli indigeni lo consideravano uno stregone fumatore di pipa, ma rispettavano questo belga che preferiva dormire in una capanna indiana piuttosto che in un albergo. Gli autori di Marquis de Wavrin, du manoir à la jungle hanno realizzato un film intrigante sulle sue spedizioni utilizzando affascinanti materiali d’archivio, tra cui le sue bellissime fotografie e i film antropologici, oltre 6000 metri di pellicola girati tra il 1920 e il 1938. Il marchese riprese tribù come quelle degli indiani Pareci e immortalò il rituale Tzantza di caccia alla teste del popolo Shuar, che vede uno sciamano ridurre le teste dei nemici in totem da indossare. Tuttavia, il suo lavoro non si riduce mai in puro esotismo: De Wavrin era sinceramente interessato alle genti che documentava e nel farlo ha creato stupefacenti immagini cinematografiche.

Grace Winter ha studiato storia dell’arte e antropologia sociale presso l’ULB e ha prodotto opere etnologiche in Mali e Costa d’Avorio. Marquis de Wavrin è il suo primo film.

Luc Plantier ha studiato scienze linguistiche presso l’Università di Avignone, per poi completare un Master in Cinema a Lione. Marquis de Wavrin è il suo primo film.