IsReal continua a svolgersi con equilibrio di luoghi e prospettive filmiche, mentre una pioggia battente vorrebbe scoraggiare il numeroso pubblico che arriva entusiasta allo storico Auditorium Giovanni Lilliu. Alle 17 il Festival offre un momento di condivisione e di dibattito grazie alla presentazione del libro di Paola Pittalis “Parole e immagini. Il caso Sardegna”, pagg. 225, pubblicato dalla casa editrice Iacbelli.
Sono presenti l’autrice, il moderatore ed esperto di cinema Antioco Floris e i registi Salvatore Mereu e Giovanni Columbu.
Il libro nasce nel 2006 da un progetto sperimentato come attività didattica nell’Università di Sassari, in cui studenti ed esperti di cinema si confrontarono cercando di dare equilibrio e ordine a un dibattito disordinato che da sempre fa discutere le diverse categorie, ovvero come costruire il ponte che collega cinema e letteratura.
Salvatore Mereu apprezza il valore di questo libro poiché “esso getta luce su un cantiere ancora aperto che è quello del rapporto tra cinema e letteratura” e nel cui merito è intervenuto subito
dopo aver girato “Sonetaula”. Infatti, come ogni film che proviene da un opera letteraria, al regista risulta difficile proporsi al pubblico – lettore, che sul romanzo ha già una sua idea sui personaggi e sui luoghi del libro. Potrebbe essere un equivoco pensare che avere un romanzo di riferimento sia un vantaggio, prosegue il regista nuorese, in quanto le problematiche non sono poche: l’intreccio delle storie, i personaggi, l’eroe o l’antagonista, il conflitto si rimodulano in itinere, o forse già
dall’inizio, concorda Giovanni Columbu, per esempio, con la scelta del cast.
Con il suo “Arcipelaghi” infatti, tratto dall’opera omonima di Maria Giacobbe, si è arrivati con l’autrice “…ad un patto di infedeltà”, interpretando ogni modifica come un dovere ineluttabile nei confronti del film che sta nascendo.
Antioco Floris pone infine il quesito del linguaggio, in evoluzione costante, da inserire in un film che nasce da una ispirazione letteraria, perché “anche i suoni risiedono nell’immaginario del lettore”.
I personaggi, rispondono i due registi, possono utilizzare registri linguistici dialettali, a discrezione di interpretazioni personali sullo scrittore. E’ complicato, continua Mereu, quando l’autore del
libro che vorresti riprodurre, è scomparso e vorresti discutere di particolari che affascinano.
Paola Pittalis interviene precisando che il libro è il frutto di un lavoro collettivo, di un percorso su più chiavi di lettura, in cui anche il rapporto tra radici e contemporaneità ha una forte valenza.
E’ offrendo un’opportunità di valutazione come i film che si ha l’idea corretta tra globalità e contemporaneità, con personaggi che grazie al film si realizzano e diventano attuali, multidentitari
e non autoctoni, senza discostarsi dalla genesi letteraria che li ha creati, rinascendo in ogni luogo e in ogni tempo. (m.a.g.)