Gli applausi accompagnano i titoli di coda. La sala si illumina e i ragazzi della Giuria giovani si guardano intorno soddisfatti, mentre si preparano a elaborare i giudizi sui film appena trasmessi. I pareri divergenti e le diversità di vedute animano da subito il confronto, mentre due di loro discorrono sulle tecniche di regia e sulle tematiche affrontate dalle due giovani registe, pressoché loro coetanee.
Traspare un fermento e una curiosità intellettuale tipicamente giovanile e le idee e gli spunti circolano vorticosamente, facendo emergere nuove energie e prospettive interessanti.
– IsReal è il reale. E il reale è giovane?
“L’elemento comune dell’età ci mette a nostro agio. Qui a IsReal ci sono moltissimi giovani, e registi con cui poter dialogare e rapportarsi con loro senza confini generazionali. Possiamo porre ai registi ogni tipo di quesito sul film, per esempio io ho chiesto – interviene Daniel- sulle difficoltà nel girare su terre ostili alle donne”.
“Infatti – risponde Irene Dionisio – gli uomini tunisini, durante la lavorazione del documentario “Sponde. Nel sicuro sole del nord”, non rispondevano a me, ma al fonico.” Si avvia un dibattito sui rischi che si corrono a girare con una macchina da presa in territori poco
frequentati, sul coraggio del voler documentare la realtà.
“Non conta l’età – prosegue Carla scuotendo la testa- ma la mentalità. Il punto di vista cinematografico di un regista esperto offre prospettive di maturità di cui noi giovani necessitiamo.”
– Il direttore artistico Alessandro Stellino propone un ricambio culturale generazionale. Si inizia da IsReal?
“Sicuramente IsReal offre una possibilità. E’ già un ottimo inizio”.
Proseguono i lavori. La vivacità con cui discutono sulle società maschiliste, sulla peculiarità dei documentari, sulle prospettive generazionali danno la misura di quanta qualità ci sia nelle loro parole e di quanto sia importante valorizzare questa generazione, sia essa di futuri critici cinematografici o di semplici spettatori. (m.a.g.)