Una fiaba crudele, dove lo spirito selvaggio della natura che circonda un isolato insediamento umano fa da scenario a un conflitto ancestrale: Braguino, un docu-film di Clément Cogitore, ha vinto la terza edizione di IsReal – Festival di cinema del reale – Sguardi sul Mediterraneo, che si è svolta a Nuoro dal 2 al 6 maggio.
La pellicola – una produzione franco-finlandese – si è aggiudicata il primo premio di 3500 euro, assegnato dalla Giuria internazionale composta dalla regista Irene Dionisio, dall’antropologo Dimitris Kerkinos e dal critico cinematografico Neil Young, firma del The Hollywood Reporter, con questa motivazione: “Il film più misterioso e ambiguo del Festival, e forse dell’anno, ci porta dentro una landa disabitata dove le relazioni sociali a volte sembrano più reminiscenze di un’umanità primordiale che del 21esimo secolo. Due clan sono divisi da barriere, acqua, dalla paura dell’Altro, dal reciproco sospetto e ostilità. Ci vengono mostrati frastagliati frammenti di un puzzle che ognuno può assemblare secondo la sua interpretazione e volontà. Il film, a volte divertente, a volte intenso, a volte emozionante ed altre spaventoso, è stato realizzato con l’inconfondibile sensibilità e il senso ritmico del vero artista. Affascinante e allettante dal primo momento, fino alla conclusione che mozza il fiato, quest’opera di assoluta originalità ci invita in un esotico, alieno ed incredibile ambiente, allo stesso tempo psicologico e fisico. E’ cinema della realtà, dell’iperrealtà, della surrealtà e dell’irrealtà”.
Secondo posto per Of Fathers and Sons di Talal Derki, il film più sconvolgente di questa edizione, ritratto inedito e unico sul processo di radicalizzazione all’estremismo islamico: “Tra tutti i film in competizione” scrive la Giuria assegnando il premio di duemila euro, “questo indimenticabile esempio di reportage in prima persona prova l’importanza e il potere del cinema documentario. Quest’opera è stata realizzata da un regista che ha sentito in maniera ineluttabile il bisogno di confrontarsi con la realtà e la verità delle forze che hanno danneggiato il proprio Paese – la Siria – e che ancora minacciano di distruggerlo completamente. Abilmente e sottilmente è stato in grado di dissolvere i confini tra la propria vita, la propria visione artistica e la più ampia visione politica e sociale in cui immerge lo spettatore. Ci sono voluti grande coraggio e determinazione per raccontare questi temi in maniera così personale ed empatica. Quest’opera prova difatti una fede genuina nel potere del cinema di essere capace di aprire gli occhi, le menti, i cuori, ovunque nel mondo”.
Menzione speciale. “La giuria è rimasta piacevolmente colpita dalla profondità e complessità della riflessione di quest’opera che in maniera organica e compatta ha saputo trattare un periodo di tempo così lungo in un lavoro apparentemente semplice e breve. Il film esamina la relazione tra gli individui – che hanno le proprie esigenze, le proprie opinioni, i propri diritti inalienabili e le circostanze storiche in cui si collocano, ridefinendosi. La regista, all’inizio di una carriera che si prefigura affascinante, esplora e rielabora in maniera stimolante un montaggio tecnicamente virtuoso con una colonna sonora vibrante ed evocativa. Il film ha un approccio ironico ad un soggetto stratificato e complesso e al contempo è completamente corroborato da un messaggio politico militante e dall’eccitazione per il potenziale rivoluzionario del medium cinematografico. E’ passato mezzo secolo dal Maggio 68, ma il fuoco ancora brucia dentro ogni singolo frammento in questa provocatoria e memorabile opera bonsai”. La giuria della competizione internazionale è orgogliosa di premiare con la menzione speciale Le Case che eravamo, di Arianna Lodeserto.
Terzo posto per Djamilia, di Aminatou Echard, “per l’originalità con cui è stato affrontato un tema di grande rilevanza sociale, per la maestria con cui l’immagine, la parola e il silenzio generano un continuo dialogo tra passato e presente, tra storia individuale e modello culturale, oltre che a rappresentare un cambiamento in divenire”. Il terzo premio è stato assegnato dalla Giuria giovani del Festival, composta da studenti delle università di Cagliari, Sassari, Milano, Torino e Udine: Astrid Ardenti, Fabiana Foschi, Valeria Lecce, Giulia Claudia Massacci, Massimiliano Mastroluca, Davide Orrù, Laura Sotgiu, Valentina Repetto, Aboubacar Dit Ouka Traore. Menzione speciale dei giovani, “per il dinamismo di una struttura che stimola continuamente l’attenzione, per l’ironia del meta-cinema di cui il film è permeato, e per l’uso creativo di immagini d’archivio capaci di generare un nuovo corso alla seconda parte dell’opera”, a Playing Men, di Matjaz Ivanisin.
Entusiasta il presidente dell’Isre, ente promotore dell’evento insieme alla Fondazione di Sardegna e Sardegna Film Commission, Giuseppe Matteo Pirisi: “Il Festival è stato un successo e ci proponiamo di lavorare da subito alla prossima edizione. Il riscontro più importante lo abbiamo avuto dal pubblico, accorso numeroso, e dalla qualità dei film proiettati. Ci auguriamo di svolgere un’azione di tipo pedagogico per le scuole, e per questo realizzeremo delle tappe intermedie affinché si crei un fil-rouge tra questa edizione e la prossima”.
Soddisfatto Alessandro Stellino, direttore artistico del Festival: “Sono felicissimo di aver portato a compimento una terza edizione del Festival a così breve distanza dalla seconda, la sfida di riproporre un programma che fosse all’altezza di quello precedente, sia per la partecipazione di pubblico che per l’entusiasmo con cui tutti hanno partecipato, è stata vinta. Il risultato è stato un Festival di alto livello, dove il programma ricchissimo – comporto da anteprime nazionali e addirittura mondiali – è stato integrato con momenti di incontro e scambio di progetti e idee rivolti al futuro”.